L’esperienza interiore.

Grazie Chris per aver condiviso la tua esperienza di vita!

Christiane Wells ha fondato il Dąbrowski Center (https://dabrowskicenter.org/). La sua storia personale è complessa e interessante perché fa luce su un fenomeno, quello dell’errata interpretazione del concetto di giftedness e delle possibili conseguenze di misdiagnosi, che non può e non deve essere trascurato da chi dice di occuparsi di giftedness. Come scrive nel suo articolo “The Primary Importance of the Inner Experience of Giftedness”: “Fino a quando l’esperienza interiore [di essere gifted] non sarà affrontata da educatori, ricercatori e clinici, l’incomprensione degli individui gifted e il rischio di diagnosi errate continuerà.”1

Identificata come highly gifted dal sistema scolastico, Chris non ha mai trovato un reale significato in quell’”etichetta” perché la spinta della società verso una definizione di giftedness come risultato e sviluppo del talento non le permetteva di analizzare tutto quello che invece era importante per lei e che riguardava le sue emozioni, molto diverse da quelle del mondo circostante. Le sue passioni non avevano a che fare con le materie scolastiche o con il successo accademico. Quello che sentiva dentro andava a scontrarsi con forza contro quella interpretazione utilitaristica di giftedness tanto da farla sentire sbagliata e addirittura malata di mente.

Sin da quando era bambina nessun adulto aveva saputo spiegarle il significato di cosa volesse dire essere gifted. Soltanto l’incontro, da adulta, con la letteratura che spiega la natura qualitativa della giftedness, attraverso la lettura dei lavori di Linda Silverman, Michael Piechowski e tutti gli altri professionisti che danno importanza all’essere dell’individuo e non ai suoi talenti, le ha finalmente dato la possibilità di trovare le risposte che cercava da sempre.

È così che la Theory of Positive Disintegration di Dąbrowski, spiegata attraverso lo sviluppo multilivello (multilevel development) e le overexcitabilities, le ha fatto prendere coscienza di quella che è la vera essenza dell’essere gifted.

La sua storia testimonia che il grave rischio che si corre quando si definisce la giftedness attraverso i risultati e lo sviluppo di un potenziale – che porta alla necessaria manifestazione di ciò che si sa fare invece di ciò che si è, per poter essere accettati dalla società – è reale.

La sua immensa ricerca e studio sul lavoro di Dąbrowski l’ha convinta ad aprire un luogo come il Dąbrowski Center la cui missione è quella di diffondere la conoscenza di questo approccio unico allo sviluppo della personalità.

Le ho chiesto di poter condividere la sua storia di vita con l’audience di Gifted Italia e lei è stata più che contenta di poter contribuire. Mi ha autorizzato a tradurre il suo materiale di cui di seguito vi propongo alcuni punti chiave.

  • Un individuo che non comprende cosa significhi essere gifted manca delle basi per un’espressione autentica di se stesso. Aumentando la consapevolezza, la conoscenza dell’esistenza di un’esperienza interiore della giftedness può essere vista come protezione dalla errata conclusione che le proprie differenze rispetto alla norma debbano essere patologiche. C’è bisogno di una vera guida per i bambini e gli adulti gifted in questo ambito, anche attraverso rapporti di mentoring.
  • L’eccellenza come obiettivo della gifted education è disumanizzante e crea un sistema in cui i bambini sono ridotti a prodotti. L’obiettivo dovrebbe essere invece la crescita personale, per cui la realizzazione del talento è un risultato naturale. Il costrutto di sviluppo asincrono rispetta l’esperienza interiore come una componente integrante della giftedness, riconosce i livelli di giftedness, e consente una comprensione che trascende i vincoli culturali legati alla concezione di risultato.
  • Il rispetto degli stili cognitivi e della realtà emotiva è di fondamentale importanza. Tentare di scoraggiare o chiudere i canali esperienziali unici di un individuo significa eliminare il proprio modo di comprendere, creare significato e affrontare sia il mondo interiore che quello esteriore. Il risultato è un’interruzione del proprio apprendimento e della propria creatività, un ostacolo alla propria spinta verso una coerenza interiore, e causa di grave stress emotivo.
  • Gli individui gifted e i genitori di bambini gifted devono capire che accettare una diagnosi di disturbo mentale può portare a gravi conseguenze, come trattamenti inappropriati, discriminazioni ma soprattutto auto-stigma. La Theory of Positive Disintegration di Dąbrowski propone un quadro alternativo, un modo di evitare la patologizzazione dell’espressione dello sviluppo multilivello (multilevel development). Fino a quando l’esperienza interiore non sarà affrontata da educatori, ricercatori e clinici, l’incomprensione degli individui gifted e il rischio di diagnosi errate continuerà. Ignorare l’esperienza interiore della giftedness non è semplicemente fuorviante, ma è la causa del danno.1

1The Primary Importance of the Inner Experience of Giftedness”, di Christiane Wells in Advanced Development, Volume 16 (2017)


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