Emozioni.

L’importanza del modo in cui interpretiamo la giftedness.

Abbiamo ormai chiarito come il modo in cui si interpreta la giftedness abbia un profondo impatto sulla persona e su come la persona è percepita dagli altri.
Mi sta molto a cuore l’emotività e la sensibilità dei gifted, di conseguenza soffro quando si interpreta la giftedness come asincronia spiegandola come la disparità tra le capacità cognitive elevate e l’emotività in ritardo, descrivendola come immaturità emotiva dei gifted.
È molto discussa in Italia la necessità di formazione degli insegnanti. Ben venga un modo per suscitare almeno la curiosità in quelle persone a cui noi affidiamo i nostri figli per un periodo così lungo nel momento più delicato della loro crescita. Bisogna però essere accorti su quale visione di giftedness si diffonde perché questa influisce in maniera importante sulle pratiche, anche scolastiche, che si deciderà o meno di intraprendere con il bambino.
Detto questo, quando si pensa che i bambini gifted abbiano un grosso divario tra aspetto cognitivo ed emotivo, e che addirittura, in molti casi, siano in ritardo sul secondo rispetto ai pari età, la decisione scolastica che spesso ne consegue è di trattenere il bambino finche’ non si pensa abbia raggiunto una maturità emotiva a livello dei coetanei o comunque sappia controllare il modo di reagire alle sue emozioni. Questo non potrebbe essere più scorretto in quanto, mancando, da parte dell’adulto, la conoscenza del significato delle emozioni dei gifted si rischia di procedere in una direzione che è completamente errata, non contribuendo per nulla al benessere del bambino ma anzi ostacolandone l’affermazione della consapevolezza del suo essere.
Per il benessere del bambino, è quindi giusto parlare e formare la scuola sulla giftedness senza porre più di tanto attenzione al modo in cui il concetto di giftedness stesso è interpretato oppure è più importante avere una visione appropriata di quelle che sono le vere caratteristiche emotive del bambino gifted?


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