Le emozioni nei gifted.

Le emozioni sono la forza che trasforma la capacità intellettiva in giftedness.

“Le emozioni sono il cuore e l’anima della giftedness.” Così si apre un bellissimo articolo di Annemarie Roeper dal titolo “The emotional needs of the gifted child”1.

Si sente spesso parlare di “difficoltà nella gestione delle emozioni”, “difficoltà di regolazione emotiva”, di “gap emotivo”, di “dissincronia emotivo/cognitiva”, che caratterizzerebbero la natura dei gifted (se non di tutti, per lo meno della maggior parte). Innanzitutto, ciò che è importante sottolineare è che l’individuo non può essere suddiviso in compartimenti. Ogni aspetto della sua personalità contribuisce in maniera significativa alla complessità del suo essere.

Nel caso dei gifted ci troviamo di fronte ad “abilità cognitive avanzate che si combinano con una profonda intensità” (Columbus Group, 1991)2. Questa profonda intensità deriva da una profonda consapevolezza emotiva. Come ci dice la stessa Annamarie Roeper: “La giftedness è una maggiore consapevolezza, una maggiore sensibilità, e una maggiore capacità di capire e trasformare le percezioni in esperienze intellettive ed emotive”3. Robinson ha condotto numerosi studi che evidenziano come i gifted siano più maturi emotivamente e socialmente dei pari età.4

Quindi, da dove nasce l’idea che i gifted abbiano un “gap emotivo”? – dove immaginiamo che per “gap” si intenda una discrepanza tra il livello emotivo e quello cognitivo. Perché si parla di “difficoltà nella gestione delle emozioni” e di “dissincronia emotivo/cognitiva”? Esiste forse un malinteso su cosa sia veramente la percezione emotiva dei gifted?

A differenza del concetto di dissincronia come sviluppo non omogeneo (uneven development), il concetto di asincronia nei gifted, introdotto nella definizione del Columbus Group, si allarga ad assimilare un’avanzata complessità cognitiva, una accresciuta sensibilità e intensità, che portano ad una inusuale consapevolezza.5 Ne consegue che se la giftedness viene eguagliata semplicemente allo sviluppo non omogeneo e quindi alla dissincronia, perde il suo più profondo significato.6

Ma da cosa deriva questa consapevolezza che, come Roeper ci insegna, distingue i gifted dai normodotati? Le emozioni sono ciò che distingue i gifted dagli altri. La giftedness nasce nel cuore e nell’anima, ed escludendo le emozioni perdiamo il significato stesso della giftedness.1 Le emozioni, quindi, sono la parte fondamentale su cui concentrarci quando si guarda ad un gifted.

I gifted sono portati naturalmente ad imparare. Vogliono far parte del mondo attraverso la conoscenza e l’esplorazione dello stesso. La crescita cognitiva è indispensabile per loro. Ma sebbene la capacità di apprendere riguardi la parte cognitiva dell’individuo, la motivazione per apprendere origina nel cuore, nella parte emotiva, la quale motiva il gifted alla sua stessa crescita interiore. Quando si parla di motivazione all’apprendimento, si deve guardare alla passione e all’entusiasmo che i gifted esprimono nel loro percorso di crescita. I gifted imparano con passione per ragioni emotive. Come dice Roeper: “I gifted sono spinti emotivamente a dare un senso al mondo”1. Sono portati a cercare un significato nel mondo grazie alla loro spinta emotiva. Lo sviluppo del loro IO passa necessariamente attraverso una crescita emotiva. Quindi per supportare una loro crescita armonica, la loro intensa emotività deve essere lasciata libera di esprimersi.

Troppo spesso la giftedness viene inquadrata soltanto su base cognitiva. Normalmente il termine viene tradotto in italiano con “plusdotazione intellettiva”. Si cerca di spiegare il fenomeno attraverso la “ragione”, trascurando l’emotività, relegandola ad un concetto separato, ma soprattutto considerandola negativamente “in ritardo”. Ma, come si diceva precedentemente, escludendo le emozioni perdiamo completamente il significato della giftedness. Ci si aspetta dai gifted un comportamento accademico definito, quando invece la loro necessità emotiva li porterebbe ad esplorare altri orizzonti. Pericolosamente, le aspettative verso i gifted contraddicono il loro bisogno interiore. Nell’ambito scolastico, un approccio lineare all’istruzione, tenendo nascosto un mondo di emozioni e creatività, non fa altro che negare il loro essere. Ed è per questo motivo che il loro essere si ribella.

La considerazione dell’emotività dei gifted come un “ritardo” deriva dalla nostra incapacità di metterci in sintonia con la loro consapevolezza emotiva e di afferrarne il significato e la profondità. Siamo noi che consideriamo le loro emozioni come inadeguate solo perché diverse dalla norma, e forse irraggiungibili per noi. E così pensando ne tarpiamo l’espressione per poi ritrovarci a considerarle “immature”. Cosa abbiamo noi da insegnare ad un gifted nell’ambito delle emozioni?

Ricordiamo: “Le emozioni sono il cuore e l’anima della giftedness”.

È importante quindi considerare le emozioni dei gifted come parte predominante e forza trainante dello sviluppo del loro IO, la forza che trasforma la capacità intellettiva in giftedness.


1 The emotional needs of the gifted child, di Annemarie Roeper.

[https://www.educationoasis.com/visitor-resources/articles/emotional-needs-gifted/]

2 Giftedness: The view from within, di Martha J. Morelock (1992)

3 “Giftedness is a greater awareness, a greater sensitivity, and a greater ability to understand and transform perceptions into intellectual and emotional experiences.” [http://positivedisintegration.com/Roeper1982.pdf]

4 Robinson, N. M. (2008a). The social world of gifted children and youth.

5 Presentazione di Linda Silverman: “Cosa è la giftedness?”

[https://gifted-italia.com/index.php/2021/05/10/presentazione-di-linda-silverman-cosa-e-la-giftedness/]

6 Off the Charts: Asynchrony and the Gifted Child, di Christine S. Neville, Michael M. Piechowski e Stephanie S. Tolan. Cap. 3, pag. 36.

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(Riferimenti verificati in settembre 2021)

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