Perché Gifted Italia?

Essere gifted è complesso e allo stesso tempo terribilmente affascinante. Essere gifted non vuole necessariamente dire avere un talento. Essere gifted vuol dire vedere il mondo con occhi e profondità diversi, vuol dire andare al di là degli schemi, vuol dire provare sensazioni che pochi riescono a provare.

Che cosa è la giftedness? Che cosa è il talento? Giftedness e talento sono la stessa cosa?

“Gifted Italia” nasce dalla necessità di illustrare una visione della giftedness che in Italia, fino ad oggi, ha ricevuto un’attenzione troppo ridotta, al punto che molti ne ignorano addirittura l’esistenza. Nasce per dire a chi ha sempre pensato di vedere il mondo con occhi diversi che il suo essere così particolare ha una spiegazione; che gifted si nasce e lo si rimane per tutta la vita; che quando si è gifted, lo si è a prescindere dal fatto che il mondo esterno attribuisca un qualche genere di “valore elevato” alle proprie doti. Questa è una visione che tiene conto della qualità della persona e non della quantità della dote che la persona porta con sé.

Le osservazioni scientifiche che hanno ampliato questo modo di interpretare la giftedness (iniziato oltre cento anni fa da pionieri come Leta Hollingworth) sono ormai consolidate da più di 50 anni, da esperti di statura internazionale, come Linda Silverman, Stephanie Tolan, Michael Piechowski, Barbara Gilman, James Delisle – solo per menzionarne alcuni – che ad oggi hanno osservato, valutato, aiutato e capito migliaia e migliaia di ragazzi gifted, avvicinandosi a loro con il profondo interesse di conoscerne il mondo interiore.

Purtroppo l’essenza della giftedness si perde, quando il concetto viene ridotto al mero sviluppo e uso del talento, quando si vuole semplificarla in uno schema. C’è un mondo che va al di là dei numeri, delle sigle e dei modelli. L’obiettivo cui tutti dovremmo tendere è la valorizzazione della personalità dei gifted. Per questo motivo, “Gifted Italia” presenta la visione della giftedness che tiene conto del mondo interiore del bambino/adulto gifted, più che del suo potenziale di successo; del modo di essere dell’individuo, piuttosto che della sua abilità in qualcosa. Una visione che aiuta la persona gifted a sentirsi bene con se stessa senza sottostare alla pressione del riconoscimento di un talento tangibile “per il bene della società”.

In questa visione, le parole inglesi “gifted/giftedness” hanno un significato assai più complesso dei termini italiani “alto potenziale”, “plusdotato/plusdotazione”. Questi termini sono quindi, a nostro avviso, riduttivi, in quanto si fermano alla superficie (l’espressione o l’utilizzazione di una “dote”) senza esprimere la profondità del concetto. Per questa ragione, in questo blog si preferisce usare i termini inglesi originali.

Buona lettura!


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